Beata Luisa Piccarreta- "Ogni duemila anni ho rinnovato il mondo"
4. BEATA LUISA PICCARRETA
29 gennaio 1919 - volume 12
Luisa
Piccarreta nacque a Corato (Bari), situato al centro delle Murge, il
25 aprile 1865, quarta delle cinque figlie di Vito Nicola Piccarreta e
Rosa Tarantino.Verso i tredici anni ebbe la visione di Gesù, che portando la Croce sulla via del Calvario e alzando gli occhi verso di lei, pronunziò: "Anima, aiutami".
Subì fenomeni particolari, di cui il più eclatante fu quello della rigidità cadaverica; non esistevano cure che potessero risolvere questa indicibile pena: solo il segno di croce fatto da un sacerdote la riportava alla normalità.
Il nuovo arcivescovo di Trani, mons. De Stefano (1898-1906) delegò come nuovo confessore di Luisa, don Gennaro Di Gennaro, che lo fu per 24 anni. Questo sacerdote, intuendo il lavorio interno di Dio su quest'anima, le ordinò di mettere per iscritto, tutto ciò che la Grazia Divina operava in lei. Nonostante che avesse frequentato solo la prima elementare, Luisa Piccarreta cominciò il 28 febbraio 1899 a scrivere il suo diario, che consiste in un manoscritto raccolto in 36 grossi volumi. L'ultimo capitolo fu scritto il 28 dicembre 1938, quando le fu ordinato di non scrivere più.
Dieci anni dopo, la povera ed eroica donna, venne pubblicamente sconfessata da Roma e i suoi scritti furono messi all'Indice. Dopo quindici giorni di malattia (l'unica clinicamente accertata) Luisa Piccarreta morì a Corato il 4 marzo 1947, a 81 anni.
Con l'approvazione della Santa Sede del 28 marzo 1994, l'arcivescovo di Trani - Barletta - Bisceglie, mons. Cassati, aprì il processo diocesano per la sua beatificazione.
Ora pareva che mi diceva: "Figlia diletta mia, voglio farti sapere l'ordine della mia Provvidenza. Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il mondo: nei primi duemila lo rinnovai col Diluvio; nei secondi duemila lo rinnovai con la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi Santi dei seguenti duemila anni sono vissuti dei frutti della mia Umanità e come leccando hanno goduto della mia Divinità. Ora siamo circa alla fine del terzo duemila, e ci sarà una terza rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale: non è altro che il preparativo alla terza rinnovazione.
E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio volere Divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in me e come tutto io facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna cratura era rifatto da me e suggellato col mio Volere Divino.
Ed ecco un'altra visione di Luisa Piccarreta
"...Ora, mentre ciò dicevo, mi sono trovata fuori di me stessa, in braccio ad un Sacerdote; però, mentre la persona pareva Sacerdote, la voce mi sembrava di Gesù; e questi mi ha detto: "Faremo una via lunghissima; sii attenta a quello che vedi". E camminavamo senza toccare la terra; però prima io portavo Lui in braccio, ma siccome m'inseguiva un cane, come se mi volesse mordere, io avevo paura. Perciò, per togliermi la paura, abbiamo cambiato posizione: Lui portava me. Ed io Gli ho detto: -"Perchè non lo avete fatto prima? Mi avete fatto prendere tanta paura ed io non Vi dicevo nulla, perchè credevo che fosse necessario che Vi portassi io. Ora sono contenta, che essendo io portata in braccio non mi potrà fare più nulla..." Ed io dicevo: "Quanta altra via ci resta?" E Lui: "ALTRE 100 MIGLIA". Poi, domandato di nuovo, ha detto: "ALTRE 30", e così, finchè siamo giunti IN CITTA'... Ed ora, chi può dire ciò che lungo la via si vedeva? Dove paesi ridotti ad un mucchio di pietre, dove luoghi allagati e paesi sommersi dalle acque, dove straripavano i mari, dove i fiumi, dove si aprivano voragini di fuoco... Mi sembrava che tutti gli elementi si mettevano d'accordo tra loro per nuocere alle umane generazioni e formavano sepolture per seppellirle.
Quello che si vedeva di più lungo la via e che più metteva spavento e raccapriccio era il vedere i mali delle creature. Tutto era tenebre che uscivano da loro, ma tenebre fitte, accompagnate da un'afa marcia e velenosa; erano tante le tenebre, che molte volte non si poteva discernere che punto fosse. Tutto sembrava finzione, doppiezza, e se qualche bene vi era, era tutto superficiale ed apparente, ma dentro covavano i vizi più brutti e ordinavano le trame più insidiose, da dispiacere maggiormente il Signore, più che se apertamente facessero il male; e questo in tutte le classi di persone, che è tarlo che rode tutta la radice del bene. In altri punti si vedevano rivoluzioni, uccidere le persone a tradimento... Ma chi può dire tutto ciò che si vedeva? Onde io, stanca di vedere tanti mali, ripetevo spesso: "E quando finiremo questa lunga via?". E Quello che mi portava, tutto pensoso, rispondeva: "Un altro poco, non hai visto tutto ancora"... (vol. 16°,22 Marzo 1924).
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