DIALOGO E MISERICORDIA. LA SANTA SEDE CERCA DI STRANGOLARE IL SITO “INFOVATICANA”.

Marco Tosatti
Ci ha scritto l‘amico e collega Gabriel Ariza, del sito spagnolo “Infovaticana”, per raccontarci una storia che avrebbe, dovrebbe avere dell’incredibile; quella della guerra che la Segreteria di Stato della Santa Sede ha messo in piedi contro il sito di informazione spagnolo. Che ospita anche interventi e articoli critici sulla situazione attuale della Chiesa, in Spagna e nel mondo, e di conseguenza è visto con antipatia dal governo attuale.
Ci scrive Gabriel: “Buongiorno! Le parole del Papa “la verità è la verità e non dobbiamo nasconderla mi hanno spinto a raccontare questi fatti per cui sono molto preoccupato da vari mesi. Come sai, Infovaticana ha riportato e celebrato in numerose occasioni le parole del papa Francesco che chiedeva “una Chiesa povera per i poveri”, e combatteva il clericalismo”.
Ma, nota Gabriel, tutto ciò non deve essere ancora penetrato a tutti i livelli della Curia. In breve: “La Segreteria di Stato del vaticano qualche mese fa ha inviato a Infovaticana la richiest di rinunciare al nostro dominio web, sostenendo che tiene i diritti di proprietà esclusiva sul nome del centro fisico del mondo cattolico. Immaginatevi la reazione del pubblico se il sindaco di New York facesse una richiesta simile al New York Times, o se la Repubblica italiana la facesse al giornale La Repubblica”.
Infovaticana, nota Gabriel, “è abbastanza piccola e insignificante per sorprendersi di aver richiamato l’attenzione di una Segreteria di Stato che dovrebbe aver abbastanza da fare a governare la Chiesa”.
Secondo Gabriel, il problema è che alla Conferenza Episcopale spagnola non piace quello che diciamo; “così il suo presidente, il cardinale Blázquez, presenta una denuncia contro di noi alla Nunziatura apostolica, dopo che alcuni vescovi sono andati a piangere perché questo portale non si limita, come fanno altri, a parlare di passeri e fiori e a dire come tutto è bello, ma informa su ciò che accade realmente, compreso quando gli interessati preferirebbero che non si sapesse”.
La cosa che forse però ha più colpito i colleghi spagnoli è che la Segreteria di Stato, “pensando forse di fare una Chiesa povera e per i poveri”, non si rivolge a un modesto ufficio legale, o a un ufficio specializzato in questioni di Chiesa, ma all’ufficio legale più potente del mondo, il gigante multinazionale Baker & McKenzie che lo scorso agosto ha chiesto a Infovaticana di trasferire il suo dominio (www.infovaticana.com) nel giro di una settimana alla Segreteria di Stato vaticana, minacciando un processo costosissimo in caso di inadempienza.
Infovaticana non ha ceduto a una richiesta così sorprendente, e si è affidata a un gruppo di avvocati che ha detto a Baker & McKenzie che Infovaticana era disponibile a un compromesso e proponeva un negoziato; oltre ad eliminare dal logotipo ogni segno che possa provocare il minimo equivoco sulla natura privata e indipendente di quel mezzo di comunicazione. Ma lo studio legale ha comunicato che “il suo cliente” (La Segreteria di Stato) non vuole sapere niente di questo, “che vogliono andare fino in fondo e che ci intimano di cessare dall’uso del titolo e del dominio. In altre parole: che dobbiamo chiudere”.
Il negoziato si è interrotto nel dicembre scorso, di fronte all’impossibilità di raggiungere un accordo. La risposta è stata: “Le esigenze del Vaticano, difeso da Baker & McKenze, non sono negoziabili e InfoVaticana deve sparire”.
E qui ci fa piacere sapere che ancora, da qualche parte in Vaticano, dei principi non negoziabili sono rimasti. Non era mica così scontato…
Attualmente è in corso un processo, di tipo amministrativo, all’Ufficio Spagnolo di Patenti e Marchi, a cui Baker & McKenzie si sono rivolti per ostacolare la protezione del marchio InfoVaticana. E intanto resta in piedi il resto del contenzioso per eventuale concorrenza sleale da parte del Vaticano…

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